La compagnia assicurativa Unipol ha ribattezzato “nido verticale” il proprio grattacielo milanese, firmato da MCA – Mario Cucinella Architects, in corso di costruzione.
Questo vezzo comunicativo di voler a tutti i costi escogitare nomi evocativi per gli edifici, raggiunge qui vette inarrivabili di involontario umorismo. “Nido verticale”, dunque: una maldestra scopiazzatura a cavallo tra il concittadino “bosco verticale” di Boeri (2014) e il “nido” dello stadio Olimpico di Pechino, di Herzog & de Meuron e Ai Weiwei (2008). In realtà questo nome è una vera e propria foglia di fico, non abbastanza grande, però, per nascondere la sostanza dell’edificio: un gigantesco, priapico, fallo. Che non brilla neanche per provocatoria originalità, essendo diffuso ormai da decenni nell’ebbro “immaginario” architettonico, da Barcellona (Torre Agbar di Jean Nouvel) a Londra (la torre popolarmente nota come “The Gherkin” – ovvero: il cetriolo… – di Norman Foster & Partners).
Categorie:Architettura e Urbanistica
Rispondi